COMPRAVENDITA
LIBRI UNIVERSITARI E DI VARIA


Chi siamo

Un pò di storia...
La libreria editrice Zielo apre ad Este (PD) intorno agli anni ’60, una delle prime in Italia ad occuparsi commercialmente del libro scolastico usato. Il progetto di estendere l’attività a Padova e altrove non riuscì a concretizzarsi per parecchi anni e per svariate ragioni. Finalmente ai primi degli anni ’90 la libreria sbarca a Padova al Portello, mutando la ragione sociale in “Il Libraccio”, e dedicandosi soprattutto al commercio del libro universitario usato e, in misura minore, a quello scolastico.

Parallelamente prosegue l’attività editoriale, con una produzione complessiva fino ad ora di circa 200 titoli, rivolti quasi tutti al settore della storia localeNel 1995, confermando la sua vocazione per la valorizzazione delle civiltà padovana e veneta, la nostra libreria progetta il mercatino al Portello, sul modello di quello lungo la Senna a Parigi. Solo libri ed affini, un mercatino quasi unico in Italia. Un progetto che puntava a rilanciare il vecchio borgo patavino, coinvolgendo residenti, Università e Comune. Purtroppo alcune scelte infelici dell’amministrazione comunale hanno fatto naufragare l’importante iniziativa, così come é stata rimandata ogni altra iniziativa riguardante il Portello, in attesa di tempi migliori.

Nella nostra libreria accanto al reparto più importante, quello universitario, esistono due settori, uno rivolto al mondo “verde” (giardini, piante, ambiente, animali,…) e l’altro al “locale” (la storia e la civiltà veneta, con particolare riferimento a Padova e provincia). La distribuzione quasi in esclusiva di molte edizioni locali (le edizioni Zielo in particolare) e di molte opere sconosciute o esaurite, rende preziosa l’attività della libreria. Di qui la vendita in Italia ed all’estero di molte opere di interesse veneto, che contribuisce a far conoscere la nostra regione in tutto il mondo, in modo forse più incisivo delle istituzioni pubbliche (Regione, Provincie, Comuni, Sovrintendenze, Musei, Assessorati e studiosi preposti a questo compito).

Alimenta il patrimonio librario della libreria anche la cessione (e spesso la regalia) di volumi singoli o intere biblioteche da parte di privati, tipografie, enti, biblioteche. In questi ultimi casi benvenuti sono gli scambi, che rendono commerciabili tanti titoli altrimenti introvabili. 

Unico, poi, il mercatino di libri di varia, sempre di occasione, venduti a 0,50 e 1,50 Euro.

Alcune considerazioni finali sul futuro del libro e sul mestiere e sulla vita del libraio-editore, che nel caso del nostro titolare Giuseppe Zielo dura ormai da circa 40 anni. Ma sentiamo direttamente cosa dice l’interessato:“In una città come Padova, che ha visto recentemente sparire librerie storiche, con un impoverimento culturale tuttora da quantificare, fra l’indifferenza di tanti pseudo-intellettuali e di politici padovani, gratifica nel caso della nostra libreria editrice la crescente popolarità e radicamento nel mondo universitario ed in quello della storia locale. Preoccupa invece l’apertura di supermercati del libro, che nulla hanno a che vedere con la cultura della lettura; luoghi ove abbondano i volumi, non i libri. L’editoria e i bookstores di Fininvest e Fiat, i padroni rispettivamente della Mondadori e della Rizzoli, producono e diffondono ormai dei “non-libri”, come McDonald’s produce delle “non-bistecche”, le televisioni presentano fiction e telenovele che sono “non-film” e si diffondono sempre più i centri commerciali da considerare ormai “non.luoghi”. Un’operazione transgenica, all’insegna degli O.G.M. (organismi geneticamente modificati). Aggiungasi a tutto questo una distribuzione libraria quasi sempre parassita e cialtrona. Si va ormai verso una editoria senza editori e librerie senza librai. I piccoli e medi editori e le piccole e medie librerie vengono gradualmente fagocitate dai cosiddetti colossi editoriali o chiudono per difficoltà finanziarie. E pur di far sparire gli editori e librerie di cultura, non si bada alle perdite, spesso ingenti. 

Un progetto non del tutto oscuro tende ad impadronirsi delle intelligenze; un Grande Fratello ci guiderà, annullando l’autonomia di pensiero e di critica.Per ultimo la politica editoriale degli enti pubblici, Regioni, Provincie, Comuni, Soprintendenze, Musei, ecc. impegnati spesso in iniziative contraddittorie, confuse e velleitarie. Pubblicazione di volumi, in parte o in tutto finanziati, che non vengono minimamente seguiti nella loro redazione, prezzatura e distribuzione. Ed è così che molti titoli languono nei magazzini, irreperibili per gli stessi appassionati e per gli stessi studiosi, per poi incamminarsi stancamente nelle librerie dei remainders’. Una morte culturale ingloriosa e scandalosa. Amen. Per me questa professione è stata un divertimento. Per tutta la vita è come se avessi giocato, privilegiando la dimensione ludico-culturale anziché quella economica, in questa regione così povera di lettori. E penso così ai miei autori preferiti, a Erodoto quando narra di come sono nati i giochi: dalla fame e dalla miseria più nere. 

Per sopravvivere non resta altro che distrarsi giocando. Fare il libraio, il lavoro forse più bello del mondo (non il più antico, ovviamente) è proprio come giocare. Pochi soldi in tasca, ma tanta dignità, tanta fantasia, tanta passione, virtù fra le più alte della vita.E penso alla mia età, nella quale il futuro davanti si restringe e assume il colore della delusione e dell’amarezza ma anche della speranza.E penso a Sophie, la mia nipotina, che non conosce il mio lavoro e lo conoscerà forse quando io non ci sarò più.E penso ancora al mio romanzo/saggio, incompleto e inedito, al protagonista, che finisce suicida in una trama folle e sublime insieme. E alle sue ultime parole, mentre si offre tutto all’abbraccio mortale di Ade: “Se starai solo, sarai tutto tuo”